Disturbi d’Ansia


DSM-5 manuale diagnostico e statistico

In base al DSM-5 (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, APA, 2014) le caratteristiche dei disturbi che rientrano in questa categoria condividono paura e ansia eccessive.

Fobia specifica

Questo tipo di fobia porta i soggetti ad essere spaventati o ansiosi relativamente a oggetti o situazioni specifiche, oppure ad evitare oggetti e situazioni specifiche. Paura, ansia ed evitamento sono causati dalla situazione fobica, arrivando ad un livello tale da essere sproporzionato rispetto al reale problema che essa comporterebbe. Nei bambini la paura e l’ansia sono espresse da pianti, collera, immobilizzazione e aggrappamento. Sono presenti diversi tipi di Fobie Specifiche che vengono così categorizzate: animali (piccioni,ragni, insetti, cani); ambientali animali (altezze,temporali,acqua); sangue-iniezioni-ferite (aghi, procedure mediche invasive); situazionali (aereoplani, ascensori, luoghi chiusi); altre situazioni.

Ansia sociale

Quello che caratterizza il disturbo d’ansia sociale (fobia sociale) è la presenza di paura e ansia oppure l’evitamento di interazioni sociali o di situazioni in cui l’individuo potrebbe sentirsi sotto esame da parte degli altri. Le situazioni che vengono evitate prevedono la possibilità di interazioni sociali con persone che non si conoscono, situazioni in cui il soggetto si sente osservato mentre mangia o beve e situazioni in cui si esibisce di fronte ad altri. Tutto questo porta alla convinzione del soggetto che la manifestazione dei sintomi d’ansia venga giudicata in maniera negativa dagli altri e tutto questo porta l’individuo a sentirsi in imbarazzo, umiliato o rifiutato oppure nella situazione di offendere gli altri.

Ansia generalizzata

Come implica il nome, l’ansia generalizzata non è causata da un particolare oggetto o situazione. Le caratteristiche principali sono date dalla presenza di ansia e preoccupazioni persistenti ed eccessive rivolte a diversi ambiti (sociale, lavorativo/scolastico), che si manifestano per la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi. Sono anche presenti sintomi fisici tra cui irrequietezza o sensazioni di agitazione e tensione, affaticabilità, difficoltà di concentrazione, irritabilità, tensione muscolare e disturbi del sonno.

Disturbo di panico e specificatore dell’attacco di panico

Il Disturbo di panico comporta l’insorgenza improvvisa di attacchi di panico inaspettati e il soggetto che ne soffre è costantemente preoccupato del possibile ripetersi dell’attacco, arrivando anche a modificare il proprio comportamento in modo disadattivo andando anche ad evitare attività o luoghi sconosciuti. Gli attacchi di panico sono caratterizzati dalla comparsa improvvisa dei sintomi di paura e disagio che raggiungono il picco in pochi minuti partendo da uno stato di quiete o da uno stato ansioso e che vengono accompagnati da sintomi fisici (palpitazioni, tremori, sudorazione, tachicardia, parestesie, dispnea,etc) e/o cognitivi (derealizzazione, depersonalizzazione).
Gli attacchi di panico possono essere attesi in risposta ad un oggetto o situazione temuti, oppure inaspettati, cioè quando si verificano in assenza di una ragione evidente. Si parla di Specificatori perché l’attacco di panico può essere presente anche in altre patologie tra cui non solo i disturbi d’ansia ma anche per altri tipi di disturbi.

Agorafobia

I soggetti temono situazioni in cui potrebbe essere difficile fuggire o in cui sarebbe difficile ricevere soccorso nel momento in cui si verifichino episodi simili all’attacco di panico o situazioni in si possa provare imbarazzo. Gli individui che soffrono di Agorafobia presentano paura o ansia marcate riguardo a situazioni quali, utilizzare trasporti pubblici; trovarsi in spazi aperti; stare in spazi ristretti; fare la fila o essere in mezzo alla folla; essere fuori casa da soli o trovarsi in altre situazioni.

Obiettivo della terapia

La strategia psicoterapeutica che verrà utilizzata avrà lo scopo di mettere in luce le modalità esperienziali del paziente, evitando di soffermarsi solamente in modo superficiale sui modi di raccontarsi che il paziente fa del proprio mondo, con il fine di riportalo alla propria esperienza. Uno degli obiettivi principali consisterà nel rispondere alla domanda del paziente, che nella maggior parte dei casi verterà sulla richiesta della diminuzione dei sintomi, questo potrà avvenire alla fine del primo colloquio attraverso la rifigurazione della storia di vita del soggetto che consentirà l’attribuzione di un nuovo significato al suo racconto,con l’intento di renderlo maggiormente intellegibile al paziente stesso (Liccione 2011). Questo percorso favorirà l’appalesarsi di nuovi orizzonti di attesa maggiormente identitari, con la conseguente progressiva trasformazione dei modi di fare esperienza del paziente. Fino al raggiungimento di una modalità di fare esperienza per lui maggiormente identitaria.

Bibliografia

American Psychiatric Association (2014). Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quinta edizione-DSM-5,(edizione italiana a cura di Massimo Biondi), Milano, Raffaello Cortina Editore. Liccione, D, (2011). Psicoterapia cognitiva neuropsicologica, Torino, Bollati Boringhieri. Liccione Davide, Liccione Diego, (2016). Il primo colloquio in Psicoterapia, Padova, Libreria Universitaria.