Disturbi Depressivi
DSM- 5 manuale diagnostico e statistico
Attraverso l’uso del DSM-5 (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, APA, 2014) quando si parla di disturbi depressivi le caratteristiche persistenti riguardano la presenza di umore triste, irritabile, modificazioni somatiche e cognitive che pesano sulla capacità di funzionamento del soggetto.
Disturbo depressivo maggiore
Il Disturbo Depressivo maggiore rappresenta la condizione più frequente in questo gruppo di sintomi, il sintomo si manifesta tramite l’insonnia e con un aumento della faticabilità. Vi è una presenza di umore depresso o la perdita di interesse in quasi ogni attività . Il soggetto si descrive come descritto come disperato, triste, depresso (“Mi sento giù di corda”). E’ possibile la presenza di un enfatizzazione dei sintomi fisici al posto dei sentimenti di tristezza. In molti individui vi è un aumento dell’ irritabilità caratterizzata da eccessi d’ira e eccessiva frustrazione a causa di questioni irrilevanti.
• Presenza di cinque dei seguenti sintomi per un periodo di almeno due settimane:
1. Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni, come riportato dall’individuo o come riportato da altri.(Nei bambini e adolescenti, l’umore può essere irritabile).
2. Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni.
3. Significativa perdita di peso, non dovuta a dieta, o aumento di peso, oppure diminuzione o aumento dell’appetito quasi tutti i giorni.
4. Insonnia o ipersonnia quasi tutti i giorni.
5. Agitazione o rallentamento psicomotori quasi tutti i giorni (osservabile dagli altri).
6. Faticabilità o mancanza di energia quasi tutti i giorni.
7. Sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati (che possono essere deliranti), quasi tutti i giorni.
8. Ridotta capacità di pensare o di concentrarsi, o indecisione, quasi tutti i giorni.
9. Pesieri ricorrenti di morte (non solo paura di morire), ricorrente ideazione suicidiaria senza un piano specifico o un tentativo di suicidio o un piano specifico per commettere suicidio.
I sintomi causano disagio clinicamente significativo o una compromissione del funzionamento sia in ambito sociale che lavorativo. L’episodio di alterazione dell’ umore non è da attribuirsi gli effetti fisiologici di una sostanza o da un’altra condizione medica.
Disturbo depressivo persistente (distimia)
Si tratta di una forma depressiva di natura cronica che può essere diagnosticata quando l’alterazione dell’umore raggiunge una durate di almeno due anni negli adulti e uno nei bambini. E’ caratterizzata da umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni. I sintomi presenti possono essere scarso appetito o iperfagia, insonnia o ipersonnia, scarsa energia o astenia, diminuzione dell’autostima, difficoltà di concentrazione e la presenza di sentimenti di disperazione.
Disturbo disforico premestruale
Perché sia possibile effettuare una diagnosi di questo tipo è necessaria la presenza di almeno cinque dei sintomi durante la maggior parte dei cicli mestruali. I sintomi che si presentano sono caratterizzati da sbalzi d’umore, frequenti pianti, marcata irritabilità o rabbia, presenza di umore marcatamente depresso, pensieri autocritici e ansia marcata. In aggiunta ai precedenti è possibile la presenza di difficoltà di concentrazione, letargia,modificazione dell’appetito, insonnia o ipersonnia e indolenzimento. Vi è una miglioria dei sintomi entro pochi giorni dall’inizio delle mestruazioni fino alla riduzione e conseguente sparizione durante la settimana successiva alla fine del ciclo.
Disturbo depressivo indotto da sostanze/farmaci o da altra condizione medica
Questo tipo di diagnosi viene effettuata quando sono presenti sintomi simil-depressivi che però sono indotti da abuso di sostanze, dall’uso di alcuni tipi di farmaci o da altre condizioni mediche.
Obiettivo della terapia
La strategia psicoterapeutica che verrà utilizzata avrà lo scopo di mettere in luce le modalità esperienziali del paziente, evitando di soffermarsi solamente in modo superficiale sui modi di raccontarsi che il paziente fa del proprio mondo, con il fine di riportalo alla propria esperienza. Uno degli obiettivi principali consisterà nel rispondere alla domanda del paziente, che nella maggior parte dei casi verterà sulla richiesta della diminuzione dei sintomi, questo potrà avvenire alla fine del primo colloquio attraverso la rifigurazione della storia di vita del soggetto che consentirà l’attribuzione di un nuovo significato al suo racconto, con l’intento di renderlo maggiormente intellegibile al paziente stesso (Liccione 2011). Questo percorso favorirà l’appalesarsi di nuovi orizzonti di attesa maggiormente identitari, con la conseguente progressiva trasformazione dei modi di fare esperienza del paziente. Fino al raggiungimento di una modalità di fare esperienza per lui maggiormente identitaria.
Bibliografia
American Psychiatric Association (2014). Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, quinta edizione-DSM-5, (edizione italiana a cura di Massimo Biondi), Milano, Raffaello Cortina Editore. Liccione, D, (2011). Psicoterapia cognitiva neuropsicologica, Torino, Bollati Boringhieri. Liccione Davide, Liccione Diego, (2016). Il primo colloquio in Psicoterapia, Padova, Libreria Universitaria.